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Vecchio 01-11-2005, 19.17.09   #1111
mao
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ciao gigi,
non volevo accendere uno scontro, ho solo risposto a delle obiezioni che avevano un tono e una perentorietà poco inclini al confronto.

Stavo pubblicizzando una manifestazione organizzata da un giornale tendenzialmente di idee diverse dalle mie, a cui parteciperanno molte persone di idee politiche estremamente diverse, di protesta rispetto a un singolo episodio, e non in generale sull'intera questione israelo-palestine, su cui non pensavo di dover intervenire perché non mi vede schierato completamente da nessuna delle due parti. Solo dopo ho dovuto rispondere nella maniera che mi è sembrata opportuna, riprendendo anche il tono un po' sarcastico delle repliche. Preferisco però considerare la materia del contendere chiusa.
___________________________________

............If you love somebody set them free............ (Sting)

............Mo' mme 'ššcrivo ai terrorišti............ (Magnotta)
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Vecchio 01-11-2005, 23.32.27   #1112
Gigi75
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La Poli Bortone a Ballarò sta facendo il mazzo a tarallo a Bersani e sta dimostrando il valore di Tremonti.

Dimostra a tutti perchè Lecce è diventata una gran bella città in pochi anni (Y)

A prescindere dal colore politico, quando c'è una persona in gamba che si dà da fare...(Y)
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Vecchio 02-11-2005, 10.19.39   #1113
nikzeno
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I beni confiscati alla Mafia

[...]Da quando in Italia c'è la legge sul sequestro dei beni i boss sono diventati un po' più poveri. Si chiama Rognoni-La Torre, porta il nome dell'allora ministro degli Interni (oggi è il vicepresidente del Csm) e del segretario del Pci siciliano ucciso il 30 aprile del 1982. Ma la legge fu votata soltanto qualche mese dopo, quando assassinarono anche il generale Carlo Alberto dalla Chiesa. In 23 anni i beni immobili confiscati in Italia sono stati 6566. In Sicilia 1081, in Calabria 617, in Campania 544, in Puglia 172. E quasi settecento sono state le aziende strappate alla gestione dei boss. I Virga di Trapani ne avevano una che vendeva calcestruzzo, ora è una cooperativa, la mandano avanti gli stessi dipendenti. E Vincenzo Virga non è più il padrone.
[...]
Fanno festa anche i camorristi. Brindano quelli della 'ndrangheta. E aspettano. Il disegno di legge l'ha presentato il deputato di Forza Italia Nicolò Ghedini, l'avvocato di tanti processi del premier Berlusconi. Punta alla modifica sostanziale della Rognoni-La Torre sul "riutilizzo dei beni mafiosi", prevede soprattutto la possibilità di revisione - senza limiti di tempo e su richiesta di chiunque sia titolare di un interesse giuridicamente riconosciuto - dei provvedimenti definitivi di confisca. In discussione alla Camera era il 17 ottobre, dopo l'omicidio del vicepresidente del parlamento della Calabria Francesco Fortugno e gli attacchi in aula di Marco Minniti l'hanno congelato. Il 15 novembre il disegno di legge sarà riproposto tale e quale.


L'articolo intero di Repubblica
qui

Ma questo signor Ghedini, perchè diavolo avanza un disegno di legge del genere? 2 possibilità : la legge attuale viola terribilmente la legalità oppure il deputato in questione ha degli amici cui la revisione della legge farebbe comodo... Direi che pur lasciandogli il diritto del dubbio, si vede bene che l'ago delle probabilità cade nettamente in favore di una delle due....
Mi sto pure stancando di insultarli, di dire che sono senza vergogna...
Ragazzi, aver votato Forza Italia 5 anni fa ci poteva anche stare, tutti possono sbagliare, ma rivotarli ancora adesso, beh, ha ragione Exion, significa avere degli affari loschi da difendere!

E sono proprio curioso di vedere cosa faranno quei fedifraghi della Lega, di fronte a questo disegno-vergogna di legge. I paladini del Nord.. tsè.. si sono accroti che si mangia bene a Roma Ladrona...
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Vecchio 02-11-2005, 11.16.40   #1114
The_Prof
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Hai ragione sulla contrattazione nazionale. Faccio ammenda.

Rimane il fatto che i contratti dirigenziali si sono rivalutati del 15% in 5 anni, mentre quelli di operai, impiegati, etc... sono addirittura scesi.

Riguardo ai sindacati... Cosa vuoi che facciano se il governo a priori rifiuta qualsiasi dialogo e si astiene dal compiere il ruolo di arbitro nella contrattazione tra le parti?
Più che invocare lo sciopero e manifestare quando le cose non vanno, che altro possono fare se vengono lasciati soli?
Ma pensi davvero che le contrattazioni nel settore privato avvengano come riportato dai media ?
Al primo incontro si mettono gia' d'accordo sull'aumento riparametrato secondo i vari livelli, che a livello lordo risente fortemente della progressivita' delle aliquote.
Dal momento che la parte datoriale vuole guadagnare con gli scioperi, s'inventa una totale chiusura, che giova anche ai sindacati, per ottenere maggior visibilita' e potere politico.
Dopo un paio di giornate di sciopero, e dopo varie manifestazioni, viene firmato l'accordo iniziale.
Da questo balletto, i lavoratori traggono l'impressione che l'accordo sia il massimo raggiungibile, e lo approvano in modo plebiscitario.

p.s. dai Exion sopporta il nanetto ancora un paio di mesi

Ciao
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Non potrei mai essere ateo, neppure se Dio esistesse.
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Vecchio 02-11-2005, 12.19.34   #1115
Gigi75
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Ma Repubblica e il suo direttore si sono bevuti qualcosa di forte per continuare con questa fesseria della preferenzwa di Bush?

Mi pare ovvio che Bush preferisca un governo di CD piuttosto che uno di CS.
E' sempre così, cosa c'è di nuovo?

Prodi ha dichiarato che dal giorno successivo alle elezioni inizieranno le pratiche per il ritiro delle truppe, giusto per fare un esempio, ovvio che a Bush non stia bene.

Ora, a Repubblica può stare bene o no, esprimesse la sua posizione chiaramente invece di dirla attraverso critiche "morali" all'operato di Berlusconi.
Vero che il Presidente del Consiglio quando rappresenta questa carica dovrebbe comportarsi super partes come rappresentante di una nazione all'estero, ma neppure Repubblica ha la licenza di fare informazione di parte, quando ci racconta idee politiche spacciandole per fatti.

Ok Bush, ha detto, non ha detto, ha fatto capire, è stato zitto ma al nome Prodi ha fatto una linguaccia.. chi lo sa, ma chi dubita che preferisca Berlusconi a Prodi? (vero che so più o meno la stessa cosa.. però..).

Mah..che spreco di tempo, di soldi, di intelligenza...sta informazione di cacca!
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Vecchio 02-11-2005, 12.30.22   #1116
infinitopiuuno
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La Poli Bortone a Ballarò sta facendo il mazzo a tarallo a Bersani e sta dimostrando il valore di Tremonti.

Dimostra a tutti perchè Lecce è diventata una gran bella città in pochi anni (Y)

A prescindere dal colore politico, quando c'è una persona in gamba che si dà da fare...(Y)
Mi è piaciuta pure a me: il discorso dei 3.000 euro mensili che spende il comune per mantenere un figlio allontanato dalla famiglia spesso disagiata, e la ventilata possibilità di aiutare le famiglie disagiate, espressa con calma e pacatezza è (Y).

Poi su Lecce non so niente ma ultimamente amo sempre più chi parla di fatti senza rancore e urla, con umiltà.

Tremonti è logico che non mi attira moltissimo.
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Wt sta morendo.....
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Vecchio 02-11-2005, 13.26.23   #1117
Robbi
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Quoto il Prof in merito allo spudorato gioco delle parti che sindacati e parte padronale mettono in atto durante un rinnovo contrattuale, normalmente ben dopo la naturale scadenza del medesimo
Lo posso dire con cognizione di causa, avendo, anni fa, fatto parte per breve tempo (fortunatamente) del consiglio di fabbrica della mia Azienda.. se ne avete voglia, vi racconto come funzionano sti giochetti, ma sono comunque noti ai piu'...
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Vecchio 02-11-2005, 13.30.32   #1118
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Anche io ne vedo a sufficienza..

RObbi racconta racconta.. è molto interessante
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Vecchio 02-11-2005, 13.36.00   #1119
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eh eh.. da dove si parte, contratto nazionale o livello aziendale?.. si perche' i "riti" cambiano di parecchio"
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Vecchio 02-11-2005, 14.15.34   #1120
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Facciamo cosi' vah!
Contratto nazionale: va fatta una premesssa, i rappresentanti d'azienda, ovvero i normali delegati aziendali, non contano una cippa.. almeno nel mio settore, Sono le RSU o come si chiamano ora.. in pratica i rappresentanti delle Segreterie centrali dei sindacati ad avere il "potere" effettivo.

A livello di rivendicazioni salariale si erano gia' consumante tutte le lacrime possibili ed immaginabili: da tener presente, che sono proprio le segreterie ad essere minimaliste gia' in partenza, con scuse ma anche talvolta ragioni, sulla compatibilita' complessiva della richiesta contrattuale, e' ovvio che una grande realta' abbia risorse e costi notevolmente diversi da una piccola realta', questo ci veniva costantemente ricordato, con la promessa di recupero della parte salariale nel livello aziendale del contratto.

Di norma dopo una serie di incontri preliminari a livello aziendale, mentre i nostri valorosi rappresentanti si "scannavano" a Roma nella sede della controparte, a noi truppa, veniva offerta la strabiliante opportunita' di partecipare ad un riunione plenaria nella sede delle trattative.... , pertanto partenza per quel di Roma, con scompartimento prenotato... pieno di carte, cartelle, codici e codicilli.

Ricordo come fosse ora, che durante un tavolo tecnico, chiesi la parola per intervenire su un passaggio particolarmente delicato... venni immediatamente zittito da un rappresentante della controparte e alla mia richiesta di spiegazioni, mi venne risposto che non potevo parlare, in quanto i rappresentanti dei lavoratori erano li' solo in qualita' di osservatori... Vabbe' ma allora che ci son venuto a fare... il mio capo delegazione "lecchinamente" annuiva.

Per farla breve, ricordo pure che finita sta' menata, vagavo sperduto nei corridoi della sede nell'intento di cercare la via d'uscita... mi venne incontro un signore elegantemente vestito, che chiedendomi cosa avessi bisogno, diede immediata disposizione affinche' mi venisse chiamato un taxi' per portarmi alla Stazione Termini, ringraziai per la gentilezza e chiesi chi fosse... si presento' era IL Dott.......
Mega Direttore Centrale del Personale, in pratica il titolare della trattativa per la parte Aziendale, persona di cui avevo sentito parlare ma che, si vociferava non esistesse nemmeno....
Uscii felice e commosso...

Il contratto fu firmato un mese dopo alle 6 di mattina in una riunione ristretta! Il Dottore di cui sopra e i 3 Segretari Nazionali di categoria
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Vecchio 02-11-2005, 14.51.17   #1121
Brunok
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Ma Repubblica e il suo direttore si sono bevuti qualcosa di forte per continuare con questa fesseria della preferenzwa di Bush?

Mi pare ovvio che Bush preferisca un governo di CD piuttosto che uno di CS.
E' sempre così, cosa c'è di nuovo?

Prodi ha dichiarato che dal giorno successivo alle elezioni inizieranno le pratiche per il ritiro delle truppe, giusto per fare un esempio, ovvio che a Bush non stia bene.

Ora, a Repubblica può stare bene o no, esprimesse la sua posizione chiaramente invece di dirla attraverso critiche "morali" all'operato di Berlusconi.
Vero che il Presidente del Consiglio quando rappresenta questa carica dovrebbe comportarsi super partes come rappresentante di una nazione all'estero, ma neppure Repubblica ha la licenza di fare informazione di parte, quando ci racconta idee politiche spacciandole per fatti.

Ok Bush, ha detto, non ha detto, ha fatto capire, è stato zitto ma al nome Prodi ha fatto una linguaccia.. chi lo sa, ma chi dubita che preferisca Berlusconi a Prodi? (vero che so più o meno la stessa cosa.. però..).

Mah..che spreco di tempo, di soldi, di intelligenza...sta informazione di cacca!


da non credere e poi questi dovrebbero fare informazione????
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Vecchio 02-11-2005, 20.03.41   #1122
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I record del magico Giulio
Contrordine di Alessandro Robecchi (Il Manifesto, 30-10-2005)

Il signor ministro del disastro economico Giulio Tremonti aveva occupato la sua scrivania al ministero dell'economia nel 2001 con un'aria burbanzosa e scanzonata. Fece notare che aveva la scrivania di Quintino Sella (me' cojoni!), mostrò alle compiacenti telecamere un grafico da cui risultava che il governo uscente gli aveva lasciato un buco spaventoso, e si accinse subito al suo lavoro di stregone dei numeri. Qualcosa nella magica pozione non ha funzionato, nemmeno le alchimie contabili, le entrate una-tantum, i condoni. E quanto agli immobili pubblici messi in vendita, si sa che qui nessuno è fesso, e davanti ai cartelli «vendesi» gli italiani hanno fatto marameo. Le roboanti previsioni sul miracolo italiano venivano ritoccate ogni giorno. La stima del prodotto interno lordo calava a vista d'occhio, praticamente minuto per minuto, ritoccata di mezzo punto, di un punto, di un punto e mezzo. Gli italiani prima di uscire di casa guardavano le previsioni del tempo e la nuova stima del pil, tanto per sapere ogni mattina di quanto erano più poveri grazie alla nuova banda del buco, e di quanto si era sbagliato Tremonti. Come finì è noto, con le orecchie sempre più basse e l'aria sempre più afflitta, il Tremonti dovette andarsene, sfiduciato da Gianfranco Fini in vena di antagonismo. Meno di due mesi fa, lo stesso Gianfranco Fini - questa volta in vena di dadaismo - accoglie a braccia aperte il ministro Tremonti, che torna alla scrivania di Quintino Sella sfrattando il reggente Siniscalco. Ed è subito record: una manovra finanziaria, poi una manovra correttiva, poi un'altra manovra correttiva. In pratica tre leggi finanziarie in due settimane. Per la seconda volta, accorata denuncia: è tornato e ha trovato un buco enorme - roba da portare i libri in tribunale - questa volta lasciato non dai comunisti, ma da Siniscalco.

Insomma, teniamoci stretto Tremonti, perché ogni volta che si allontana dalla scrivania, qualcuno ne approfitta, entra di nascosto e fa un buco nei conti pubblici, poi se ne va, arriva il povero Tremonti e trova il buco. Attenti, dunque: se passate nei dintorni del ministero dell'economia fate il giro largo e cambiate marciapiede, perché potreste essere accusati di aver fatto un buco nei conti dello Stato mentre Tremonti era in pausa pranzo. Come in tutti i romanzi gialli che si rispettino, bisogna seguire bene la trama. Ha un alibi Tremonti? Certo che sì: mentre Siniscalco, subdolo e maligno, gli faceva un altro buco nel bilancio, lui era vicepresidente del Consiglio, una posizione da cui notoriamente non si sa nulla dei conti del Paese, anche se si votano tutti i provvedimenti. Il suo capo, nel frattempo, l'ometto del miracolo italiano, si sbracciava per dire che siamo tutti ricchi, altroché, ci mancherebbe, guarda qui che sciccheria. E nel tempo libero, mentre i suoi creativi dell'economia confezionavano due manovre correttive in dieci giorni (record del mondo) si dilettava a stilare liste di comici sgraditi. Grande statista.

Inutile dire che tutti gli economisti, gli analisti e i politici dell'opposizione che avevano paventato una manovra correttiva sono stati sbertucciati per mesi, offesi, derisi, descritti come Cassandre e disfattisti, gente che semina sfiga. Dopodiché di manovre correttive ne hanno fatte due. Per fortuna il ministro Tremonti ha assicurato l'altro ieri che questa manovra correttiva è l'ultima e non ce ne saranno altre, bontà sua. Anzi, forse dormirà sulla scrivania di Quintino Sella, in modo da evitare che qualcuno entri di notte a fare un altro buco nei conti. Comunque allegri, non c'è da preoccuparsi, in un modo o nell'altro sono saltati fuori cinque miliardi. Un po' di soldi si fregano alle ferrovie, per la gioia degli utenti che ora insieme a zecche, pulci e topi, potranno viaggiare anche con animali più esotici, tipo tarantole o coguari. Qualche soldo per la scuola privata si trova sempre, senza contare l'Ici della Chiesa, che tanto ce la rimettono i comuni. Ecco in sintesi, quattro anni di politica economica, una tragedia a sfondo comico di ambientazione liberista, dove l'unico che fa i soldi con le sue aziende è il presidente del Consiglio. Quando, un giorno di metà aprile, i liberisti del centrosinistra arriveranno alla stanza dove sta la scrivania di Quintino Sella, chiameranno le telecamere per dire a tutti che lì c'è un buco spaventoso, mostreranno il cadavere dei conti pubblici e attenderanno i risultati dell'autopsia, mettendo bene in chiaro che urgono sacrifici. Tremonti si allontanerà alla spicciolata, fischiettando per non farsi notare, magari travestito da italiano neo-povero, per confondersi con la maggioranza dei cittadini della Repubblica accorsi a festeggiare.
 
Vecchio 03-11-2005, 13.41.21   #1123
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Leggo e vedo che da una settimana la periferia di Parigi e sottosopra per via di scontri tra manifestanti e polizia, il pretesto: la morte di 2 ragazzini fulminati in una cabina elettrica, durante un inseguimento.
E' evidente che questo non puo' essere il vero motivo della contestazione, cosa arde veramente sotto la cenere??

exion urge tuo parere e anche di chi sa!
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Vecchio 06-11-2005, 02.23.06   #1124
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Fini:"No aumento età pensionabile"
"Lo dico a Berlusconi: An è contraria"
Gianfranco Fini ha risposto "no" alla proposta di Silvio Berlusconi che vorrebbe innalzare l'età pensionabile a 68 anni. "Non è ipotizzabile aumentare l'età pensionabile. Un conto è lavorare trent'anni in attività usuranti e un conto è lavorare trent'anni dietro una scrivania. Noi di An non siamo d'accordo, lo dico anche a Berlusconi", ha detto il vice premier parlando ad una manifestazione elettorale di An a Napoli.

Sulle questioni del lavoro "non possiamo prendere in giro i nostri figli" promettendo contratti a tempo indeterminato, ma occorre lavorare perche' "il contratto a termine diventi stabile, perche' venga ampliato" e "bisogna far crescere l'economia", ha aggiunto Fini , il quale ha ricordato che l'occupazione e' cresciuta di 516 mila unita' nel 2002-5, ed e' cresciuta soprattutto al Sud.

"Abbiamo fatto - ha detto - quello che la sinistra non avrebbe mai avuto la capacita' di fare", attraverso la riforma del mercato del lavoro, con la legge Biagi e la flessibilita'. Si e' dato vita ad una serie di contratti con i quali, "anche se non possono garantire ai giovani la certezza per il futuro", "abbiamo cominciato a garantire dei diritti. Anche a noi piacerebbe garantire contratti a tempo indeterminato - ha affermato - ma non e' possibile in certi momenti economici, a meno che non si faccia demagogia" e "non si tengano d'occhio i conti pubblici". L'alternativa e' tra flessibilita' contrattuale e lavoro nero, dice Fini, aggiungendo che forse "516 mila lavoravano anche prima, ma in nero, senza alcun diritto. Sui temi di giustizia sociale - ha aggiunto - la sinistra non ci puo' insegnare nulla".
 
Vecchio 06-11-2005, 21.31.57   #1125
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....


cosa arde veramente sotto la cenere??

exion urge tuo parere e anche di chi sa!

Sotto la cenere arde una situazione figlia di decenni di errori nella gestione dell'urbanizzazione delle città francesi.

C'è una doverosa lunga premessa da fare, che non sono sicuro, visto il contesto attuale, possa essere capita in Italia.

1) I violenti che si stanno rendendo responsabili di questi atti nelle periferie francesi non sono ricollegabili a un semplice problema di immigrazione. I loro nonni forse erano immigrati, non loro. Dico forse perché in molti casi erano coloni che si sono trasferiti in Francia: sarebbe paradossale considerare immigrati degli appartenenti a popolazioni colonizzate.
Comunque sia i "casseurs" sono nati in Francia, e come tali sono francesi di diritto. E lo sono tanto più visto che pure i loro genitori sono, nella stragrande maggioranza, francesi nati in Francia pure loro.

2) La costituzione "etnica" e religiosa delle periferie in rivolta non è monolitica né omogenea. Il miglior ritratto possibile di questo mondo variegato lo diede il purtroppo troppo presto dimenticato "L'odio" di Kassovitz all'inizio degli anni '90. I tre protagonisti sono un arabo, un nero e un ebreo. Nessuna connotazione politica, nessuna connotazione religiosa, solo malessere sociale causato dal vivere ai margini della società, in "parcheggi" urbani realizzati e pensati a tavolino per tenere lontana la miseria dai centri cittadini.

3) Le "cités" francesi sono un fenomeno di emarginazione nell'emarginazione, ma con un forte sentimento di oppressione che accomuna tutti.
C'è un primo livello di emarginazione globale: i "borghesi" bianchi e "produttivi" nei centri urbani, i "colorati" proletari nelle periferie. C'è un secondo livello di micro-emarginazione etnica: i congolesi da una parte, i francesi disgraziati da un'altra, i figli di magrebini da un'altra ancora, e così via. E' importante però capire che questa micro-emarginazione si esprime in realtà molto piccole: il palazzo, il condominio, l'isolato. A livello di quartiere questa micro-emarginazione è già non più vera. Il che spiega quindi il concetto che ho accennato prima: senso di comunità e appartenenza a una classe oppressa ed globalmente emarginata. Tutto questo crea al contempo un contrasto continuo tra comunità diverse all'interno delle cités, degradando la qualità di vita costantemente e impedendo loro di trovare uno sbocco organico e politico alle loro rivendicazioni, e al contempo pone tutta questa gente in situazione di "solidarietà controvoglia" nei confronti del mondo esterno, della borghesia delle città, in quanto trovano un terreno comune nelle rivendicazioni di una vita migliore. Anche in questo caso, la fotografia data da "L'Odio" di questa situazione è esemplare e finemente documentata.

La morale di tutta questa lunga premessa è semplice. Per definire queste persone che da 10 notti si riversano per le strade delle periferie di Francia a distruggere tutto sul loro passaggio, sarebbe sbagliatissimo usare le categorie "musulmano", "immigrato", o semplicemente "disgraziati". Le categorie giuste da usare sono "francesi", e "black e beur". Come dire: italiani e "terroni".

Ciò detto, le domande che si pongono sono due. Perché e per colpa di chi?

Il perché è facile da capire.

Le cités francesi sono polveriere pronte ad esplodere, in cui il sentimento di oppressione ed emarginazione non ha mai cessato di crescere negli ultimi trent'anni. Nate da un esperimento urbanistico degli anni 50 e 60, si sono rivelate un vero fallimento. Nel trionfo della ragione applicato all'urbanistica, si è voluto costruire quartieri enormi, delle città nuove ed efficienti ai margini delle città "vecchie" ed ingorgate. Quartieri economici, facili da costruire rapidamente ma provvisti, almeno nelle intenzioni degli architetti, di tutti i migliori servizi possibili e immaginabili, con unità abitative piccole e spartane ma ben equipaggiate e organizzate secondo logica (avete presente l'appartamente di Pozzetto ne "Il ragazzo di campagna"?).
L'unico problema è che questi architetti nel progettare i loro quartieri "perfetti e popolari", hanno dimenticato un elemento fondamentale: l'essere umano. Sono partiti da un progetto di perfezione architettonica nel quale inserire l'uomo, anziché partire dall'uomo e costruirlo intorno la sua casa. Come dire: inseriamo una CPU 486 dentro un chipset a 64Bit.
Il risultato finale è qualcosa di non dissimile dalla alienazione del socialismo reale nei paesi centro-europei come Polonia o Cecoslovacchia, solo applicata secondo metodi di destra, coerentemente coi governi francesi dell'epoca, ovvero applicandoli solo alle masse più indifese e non alla popolazione intera.

Il meccanismo si è inceppato presto. I negozi e le attività commerciali erano troppo isolati dai nuclei abitativi, e sono diventati facili prede della criminalità, rendendo una attività economica già non facile (si trattava pur sempre di quartieri popolari, quindi poco reddittizi per il commercio) assolutamente proibitiva.
Il depauperamento del tessuto commerciale ha creato disoccupazione da una parte e un rapido degrado della qualità della vita dall'altra, dal momento che anche solo una azione banale come fare la spesa diventava difficile, dovendo andare a cercare i negozi in posti sempre più lontani.
La disoccupazione ha portato altra criminalità, secondo il più classico degli schemi.
Il miglioramento globale dei trasporti cittadini ha favorito la grande distribuzione di tipo discount, unico tipo di attività commerciale ai bordi delle periferie, accentuando la sensazione di omologazione e di massificazione delle popolazioni delle cités. In certi casi esiste solo un negozio gigantesco, come Carrefour, per quartieri di decine di migliaia di persone. Niente commerci di base necessari non solo all'approvigionamento in cibo, ma anche alla vita sociale: niente panetteria, niente macelleria, merceria, elettricista, niente bar di quartiere, niente pizzeria, solo giganteschi supermercati a 40 casse.
L'impoverimento di questi quartieri ha anche portato le amministrazioni locali, i comuni soprattutto, normalmente incaricati di forniture di servizi ma anche del decoro urbano, a considerare questi quartieri come una voragine economica: abitati da gente povera che non paga tasse e vota raramente, e senza commercio, qualsiasi spesa in quei quartieri è considerata a fondo perduto. Da qui in poi il degrado diventa non più solo economico e sociale, ma diventa concretamente strade dissestate, cassettoni della pattumiera ritirati raramente, palazzi in disfacimento e mai restaurati, polizia municipale sempre meno presente, servizi sociali impotenti, etc....

Una volta innestato il meccanismo, sin dal fallimento originale dell'urbanistica "utile funzionale ed economica", si è creato un circolo vizioso che più nessuno è stato in grado di disinnescare, peggiorando progressivamente sempre più le condizioni di vita, ormai deplorevoli, nelle cités.

Le politiche socialiste nella precedente legislatura avevano obiettivi certo programmati su un lunghissimo periodo, ma stavano cominciando a dare i primi risultati. La legislatura di centro-destra, e in particolare l'attivismo securitrario del ministro dell'interno Sarkozy, ha spazzato via tutti gli interventi sociali dei precedenti governi sostituendolo con un ideale "pugno di ferro in guanto d'acciaio" anziché in guanto di velluto. Anche questo serve a spiegare l'esasperazione totale che purtroppo trova uno degli sbocchi possibili nelle violenze di questi giorni.

Va infine ricordato che la politica di questa urbanistica folle fu sostenuta non a livello locale, dalle città o al limite dalle provincie, ma direttamente a livello nazionale. Come conseguenza diretta di questa scelta ogni città in Francia, anche la più piccola, ha le sue periferie disastrate. E' un problema di Parigi, di Nizza, di Marsigilia, Strasburgo, ma anche di città molto più piccole come Grenoble, Metz, Aix, La Rochelle, e via discorrendo. E' quindi un problema nazionale e proprio per questo tanto più pericoloso.

Per rispondere alla domanda "per colpa di chi" invece non ho elementi per rispondere. Qui girano le ipotesi più disparate, ma credo che al momento gli unici che sappiano davvero chi ci sia dietro queste sommosse, ammesso che ci sia qualcuno, siano i servizi segreti.

Personalmente mi chiedo se non stiamo assistendo al primo caso di una avanguardia insurrezionalista in era post-comunista. Una insurrezione spontaneista, apolitica e non ideologica, ma semplicemente inc@zz@ta al punto tale da distruggere tutto al suo passaggio. Nel bene e soprattutto nel male purtroppo, sarebbe un evento storico.
 
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